Studio di morfocristallizzazione

Chianti millesime 2011

a cura di Margarethe Chapelle (Oenocristal)

Al momento dell’apertura della bottiglia il nucleo centrale (la spina dorsale) è posizionato in alto.
La segnatura (marchio identificativo) è di tipo fruttato con un vacuolo a destra non del tutto chiuso in cui permangono importanti influenze floreali.
Le tre aree sono visibili e identificabili, ma non sono omogenee.
Il principio organizzativo è profondo e genera dei raggi cristallini molto ramificati, particolarmente appiattiti e arruffati (infeltriti), ma senza perdite di consistenza nella struttura.

La struttura è composta di zone allungate e molto reticolate che escludono la presenza di formazioni intersecanti.
La luminosità è buona ma eterogenea.
La sovrapposizione degli aghi è generale nelle prime due aree.
Il rapporto acido-base è buono, senza una predominanza di uno dei due poli.
L’equilibrio fluido gassoso non è raggiunto.
Non ci sono ramificazioni senza biforcazioni.
Non ci sono aghi dendritici.
Parte del collegamento fra area intermedia e periferica é cancellato e statico.
La trama del tessuto non presenta foglie incurvate verso il basso: é una composizione aperta a forma di ventaglio.
Non ci sono inclusioni, ma qualche decolorazione o macchia puntiforme.
Molto buna l’intensità complessiva, in termini di energia vitale.

Descrizione del commento

La concentrazione utilizzata è coerente con il prodotto esaminato, senza eccessi o disavanzi. Il centro è collocato molto in alto a conferma della giovinezza dell’annata ma anche che non si è ancora raggiunta la maturità completa. La segnatura (marchio identificativo) è ambivalente: a sinistra la formazione è di tipo fruttato; a destra, la formazione non completamente chiusa indica una segnatura (marchio identificativo) floreale.

Questo permette di definire che nella prima fase (apertura della bottiglia) il vino non si manifesterà in maniera ottimale e se degustato senza aerazione potrebbe mostrarsi deludente; perché ci saranno note molto volatili, un po’ artificiali che possono risultare sgradite (sensazione di solventi, colla), e in effetti le sue peculiarità raramente raggiungeranno il loro picco a meno di confrontarsi prima con l’aria.

È necessario quindi attendere la seconda fase per conoscere la reale maturità del vino e dell’uva al momento del raccolto per poterne anticipare il suo processo di evoluzione sul piano aromatico.

Il centro germinale è molto profondo, ha una natura densa che è espressa con una folta presenza di aghi nel suo tessuto, che è molto appiattito a conferma che l’equilibrio fluido gassoso non è completamente stabile. Questo equilibrio è la relazione che il vino intrattiene con l’anidride carbonica e l’ossigeno in profondità.

Il vino risulta molto fine al palato: i tannini inizialmente sembrano essere annullati e appaiono come inesistenti, in realtà il vino è per lo più chiuso in se stesso e quindi non é in grado di mostrare la sua vera consistenza. Le sue ramificazioni non sono distribuite: il vino ha del tempo davanti a se e per ora non è in grado di esprimersi a pieno in questa fase dello studio. La luminosità delle aree non ha raggiunto il suo apice, questo significa che al vino manca uno stadio.

Infatti la chiusura dei raggi indica che il vino sta crescendo e non presenta tutti gli elementi per essere giudicato ed apprezzato. Ha un buon rapporto acido-base senza squilibri o eccessi del polo acido. Non ci sono sovradosaggi, la quantità di zolfo è stata ben valutata per questo vino che, non avendo particolare attitudine all’ossidazione, non ne richiede dosi eccessive.

Non presenta alcuna patologia e, data la natura del suo tessuto, non ne svilupperà. Quando le ramificazioni non hanno biforcazioni gli aghi perdono la loro energia vitale, ma qui non è questo il caso perché non degenera per niente e risente molto poco dei segnali di invecchiamento, che considerato la sua giovane età, è normale. La colorazione dell’immagine determina l’equilibrio che il vino ha acquisito durante la fermentazione: in questo caso indica una difficoltà nel controllo della temperatura, che avrebbe potuto essere più bassa. Questo è il problema di segnature che conservano influenze floreali, perché sono particolarmente sensibili alla temperatura durante la vinificazione e paragonato con un altro vino che non mostrerà cicatrici, questo tipo di vino ne forma rapidamente e anche a temperatura ambiente.

La presenza di formazioni ricadenti, arcuate verso il basso è un segnale d’allarme per evitare di esporre il vino a temperature che squilibrano la finezza del suo processo di vita e fanno emergere tannini più duri, ma nel caso di questo vino l’estrazione è stata effettuata correttamente perché il suo tessuto è per la maggior parte composto da aperture a ventaglio, che sono formazioni flessibili a “code di volpe”.

Il tessuto non è distribuito e come si vede è piuttosto schiacciato ed appiattito, le forze della crescita non sono sviluppate e fino a questo momento non se ne conosce il potenziale sebbene nel complesso si mostra buono.

In questa fase dello studio le memorie legate al terroir sono deboli; ci troviamo in presenza di aree assottigliate e statiche che tagliano un po’ la struttura del vino e la rendono poco densa e poco comunicativa, alla fine come all’inizio. Questa fase non è affatto rappresentativa per questo vino che ha bisogno di una latenza per potersi esprimere.

All’apertura della bottiglia

Il centro acquisisce una influenza fruttata ben strutturata con una luminosità molto bella a causa dei raggi che si ripartiscono uniformemente su gran parte dell’immagine, senza lasciare spazi vuoti.

Le ramificazioni, i siti cristallini acquistano flessibilità, si dischiudono verso un’eccellente lunghezza.
Come previsto, nessuna formazione intersecante.
Il rapporto acido-base resta stabile.
L’equilibrio fluido gassoso è stabile e leggermente sorpassato.
Nel complesso molto stabile il vino non degenera, trova rimedio/risolve /ovvia.
Le aree di infeltrimento scompaiono.
Le aperture a ventaglio non aumentano e si integrano perfettamente con le terminazioni degli aghi.
L’area periferica emerge, ma non completamente molto buona la conservazione della qualità dell’immagine cristallina, che vince in potenza e flessibilità.

Dopo 24 ore di aerazione

La concentrazione mantenuta dimostra che il vino non perde assolutamente energia a contatto con l’aria. Il centro adesso conferma le tipicità fruttate con influenze dei semi che rende più complesso il processo aromatico; durante l’invecchiamento nel vino si esalteranno aromi molto concentrati di invitanti frutti rossi, e si avrà una sensazione più zuccherina tipo torrone, bon bon.

Si riconoscere quindi che alla data in cui si è realizzata la vendemmia la identificazione fruttuosa era stata completata, e adesso si può fare affidamento su una sua evoluzione qualitativa.

Il tipo di centro è determinato dalla data scelta per la vendemmia e dipende dalla maturità reale dell’uva al momento della raccolta. Se un elemento disturba la vigna durante l’evoluzione, freddo, stress dovuto a grandine, stress idrico, si potrebbe avere una pianta ritardata in cui si riconoscerà una segnatura che è svincolata da ciò che si trova in situ e possederà un centro di tipo floreale o di foglia peggiore. Questo marchio identificativo induce un processo aromatico e determina i fattori di evoluzione del vino per tutta la vita; nel caso di questo vino si ha una segnatura fruttata che richiama una vendemmia matura e completa, un processo aromatico di frutti rossi estivi (fragoline di bosco) e note di confetteria molto piacevoli sul finale. Conserva una bella flessibilità, e si sviluppa in lunghezza a conferma del suo lato promettente senza impoverimento.

Esente da malattie, reagisce senza eccessi all’ossigenazione: non ha particolare attitudine alla ossidazione. Il modo in cui assorbe l’ossigeno è lento, ed è ciò gli permetterà una evoluzione altrettanto lenta. La sua relazione si acido-base é solida.

Le ore di aerazione a temperatura ambiente hanno urtato il suo equilibrio gassoso fluido: all’apertura di questo vino dovrà esserne tenuto di conto; il vino non è entrato in una fase di equilibrio definitivo, ma piuttosto di transizione; quando si evolve e prima di essere imbottigliato dovrà assorbire lentamente quei contributi che deriveranno dall’ambiente fresco.

L’aerazione del vino amplifica l’energia delle sue giovani forze di sviluppo; il tessuto dell’ immagine diventa denso e prende volume: sensazione che si ritroverà anche durante la degustazione. L’area periferica si dilata, a conferma dell’esistenza di problemi con il sottosuolo. Non c’è ritenzione idrica, ma un aspetto limitativo del sottosuolo che trasferisce al vino la sua difficoltà di gestire l’ossigeno mancante.

L’aerazione ne ha aumentato il suo potenziale di luminosità, le sue energie stanno quindi crescendo e ha un futuro davanti a se. Il fatto che le aperture a ventaglio, visibili già nella prima fase, non aumentino significa che i tannini non tenderanno verso un indurimento con l’invecchiamento. Essi si affineranno e si integreranno bene nel vino.

Le memorie del terroir si completeranno lentamente, ma sono presenti su un supporto (terreno) che ben si adatta alla vite; non ci sono stress idrici ne ristagni.

Non ci sono condizioni di inquinamento visibile ne all’interno ne intorno alla vite, dato che non si riscontra un ambiente aggressivo.
Il sottosuolo lentamente trasmette elementi di qualità.

Conclusioni

Si tratta di un prodotto che possiede un’energia vitale di buona qualità.
Fin dall’inizio del suo allevamento non ci sono errori di percorso: i punti deboli che il vino mostra sono legati al suo supporto vegetale, che sebbene non sia in armonia con il sottosuolo, non avrà però difficoltà ad accordarsi con la vite.
Nel tempo non deluderà, se si rispetterà la sua personalità.
Tutto è stato estratto con finezza ed è promettente in buone condizioni.
Nel caso anche dopo le aereazioni il vino avesse la tendenza a involversi ed andare verso uno stadio delimitante (notoriamente in bottiglia), sarà sufficiente essere un po’ pazienti ed apprezzarne la durevolezza.
Non credo che nel tempo il suo bisogno di aereazione diminuisca, piuttosto aumenterà e si dovranno attendere ventiquattro ore per scoprirlo e comprenderlo completamente.